SINTESI AIFA REPORT ANTIBIOTICI 2021
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Lo scorso 30 novembre 2022 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il “Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza 2022-2025”. Il Piano sottolinea l’importanza della sorveglianza del consumo di antibiotici, la cui prescrizione eccessiva e non appropriata rappresenta il principale responsabile della comparsa e diffusione di microrganismi resistenti. Il Piano, come novità, stabilisce tre obiettivi per la popolazione pediatrica da raggiungere entro il 2025:
1. aumento del rapporto fra le prescrizioni di amoxicillina e quelle di amoxicillina-clavulanico, almeno del 30%;
2. riduzione del consumo di antibiotici sistemici in ambito territoriale, almeno del 10%;
3. riduzione del rapporto fra consumo di molecole ad ampio spettro e quelle a spettro ristretto, almeno del 20%.
Gli antibiotici rappresentano la categoria di farmaci più prescritti alla popolazione pediatrica, soprattutto in ambito ambulatoriale; nel 2021 il loro consumo è risultato pari al 7% degli antibiotici erogati dal Sistema Sanitario Nazionale. I fattori alla base del loro uso eccessivo e/o inappropriato sono numerosi: l’elevata incidenza di malattie infettive in questa fascia d’età, la difficoltà di stabilire l’eziologia dell’infezione in ambulatorio, la ridotta compliance da parte dei piccoli pazienti ed infine le pressioni sovente percepite dai pediatri da parte dei genitori.
Nel 2021, al di sotto dei 13 anni d’età, un bambino su 4 ha ricevuto almeno una prescrizione per un antibiotico sistemico; la fascia d’età compresa tra i 2 e i 5 anni d’età è la più esposta avendo ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico nel 40% dei casi. Mentre nel 2020 i consumi di antibiotico risultavano in calo in tutte le classi d’età rispetto al 2019, nel 2021 viene registrato un aumento al di sotto dei 5 anni d’età, particolarmente alto nella fascia 0-1 anni (+ 66%), da mettere in relazione con il rialzo delle infezioni da virus respiratori verificatosi negli ultimi mesi del 2021 proprio nei bambini più piccoli.
Nonostante siano classificati come antibiotici di seconda scelta per le infezioni pediatriche più comuni, le tipologie a maggior prevalenza sono le associazioni di penicilline comprendenti gli inibitori delle beta-lattamasi (11,6%), i macrolidi (7,1%) e le cefalosporine (6,0%). Al contrario, le penicilline a spettro ristretto come l’amoxicillina, antibiotici di prima scelta, sono utilizzate solo nel 4,7% dei casi. In particolare, il rapporto amoxicillina/amoxicillina-clavulanato è stato pari a 0,44 (2,3 confezioni di amoxicillina-clavulanato consumate per ogni confezione di sola amoxicillina), in calo rispetto all’anno precedente.
Fra le regioni del Sud (27,3%) e quelle del Nord (20,9%) la differenza nei valori di prevalenza d’uso per la popolazione pediatrica supera di poco i 6 punti percentuali, con divari territoriali che appaiono stabili. Tuttavia, è particolarmente evidente nelle regioni del Sud la tendenza a preferire antibiotici ad ampio spettro ed a maggior impatto sulle resistenze: in paragone al Nord Italia, il ricorso alle associazioni di penicilline è più elevato (12,9% vs 10,0%), quello a macrolidi e cefalosporine è il doppio (rispettivamente 10,0% vs 5,2% e 8,2% vs 4,2%); al contrario, l’esposizione a penicilline a spettro ristretto è pari alla metà (3,0% vs 6,3%).
In generale, pertanto, le regioni del Nord mostrano una maggiore aderenza alle indicazioni fissate dall’Organizzazione Mondiale Sanità che, sulla base della classificazione AWaRe, ha stabilito un target di almeno il 60% per gli antibiotici appartenenti al gruppo Access (di prima scelta per le infezioni più comuni, es. amoxicillina) sul totale delle prescrizioni per antibiotici sistemici.
Fra le regioni italiane settentrionali spicca l’operato dell’Emilia-Romagna. La prevalenza d’uso complessiva per la sua popolazione pediatrica è inferiore alla media italiana (22,0% vs 23,7%) ma soprattutto è la sua composizione per tipologia di antibiotico che la rende un caso unico nel panorama regionale. L’esposizione alle penicilline a spettro ristretto è pari all’11,5 %, oltre il doppio del valore medio italiano (4,7%); viceversa per le associazioni di penicilline è pari a 7,7% (11,6% media nazionale) e 3,2% per le cefalosporine (6,0% media italiana). In Emilia-Romagna, inoltre, il rapporto amoxicillina/amoxicillina-clavulanato è pari a 1,78, seguito dal dato del Friuli-Venezia Giulia (1,76), gli unici due casi regionali con valori superiori all’unità.
Tuttavia, su base nazionale ben oltre il 40% delle confezioni di antibiotici erogate nel 2021 alla popolazione pediatrica apparteneva alle categorie Watch o Reserve (antibiotici non di prima scelta per il trattamento delle infezioni più frequenti). Pertanto, resta ancora evidente e prioritaria l’importanza di promuovere, sia a livello nazionale che regionale, l’utilizzo appropriato degli antibiotici al fine di rallentare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Sarà necessario implementare programmi di prevenzione, di controllo e attuare strategie mirate a guidare il clinico nella scelta della molecola appropriata.
a cura di: Valentina Guarnieri