Un’infezione da enterovirus potrebbe essere la causa scatenante della celiachia
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Le cause scatenanti della celiachia nei soggetti geneticamente predisposti non sono note. Studi in modelli animali hanno ipotizzato che il trigger possa essere costituito da infezioni virali quali quelle da enterovirus.
Uno studio norvegese su una coorte di 46.939 bambini nati in Norvegia nel periodo 2001-2007 e seguiti fino a settembre 2016 ha valutato 912 bambini in cui è stata accertata la predisposizione genetica per la celiachia (genotipo DR4-DQ8/DR3-DQ2) con l’obiettivo di determinare se l'infezione da enterovirus o Adenovirus umano, virus intestinali comuni, possa essere causa dello sviluppo della malattia celiachia.
L’esposizione a enterovirus e adenovirus, è stata rilevata utilizzando una analisi in PCR di campioni di feci valutati mensilmente tra i 3 ai 36 mesi di età. La presenza di anticorpi specifici per la celiachia è stata testata su campioni di sangue prelevati a 3, 6, 9, 12 mesi e poi annualmente.
Nel 2014-2017 i soggetti ancora in follow-up (n=512, media di 9,9 anni (SD 1,6) sono stati invitati a sottoporsi allo screening per la celiachia; 220 soggetti hanno accettato e sono stati inclusi nello studio analizzando i dati con un modello di regressione logistica per valutare l’associazione tra le infezioni virali prima della comparsa dei marker sierologici di celiachia e la malattia.
A 25 dei 220 partecipanti è stata diagnosticata la celiachia; per ognuno di loro sono stati selezionati 2 controlli. Nei casi e non nei controlli, la presenza di enterovirus era significativamente più alta nei campioni di feci raccolti prima della comparsa degli anticorpi specifici per la celiachia (OR 1,49; IC95% 1,07-2,06). Il rischio era più alto in caso di viremie più elevate (>100.000 copie/microlitro; OR 2,11; IC95% 1,24-3,60; P=0,01) e infezioni più durature (>2 mesi; OR 2,16; 1,16-4,04; P=0,02). L’associazione con la celiachia era presente sia per l’enterovirus A che per l’Enterovirus B. L’associazione non era presente in caso di infezioni contratte durante (tra l’ultimo test sierologico negativo e il primo positivo) o dopo la comparsa della malattia.
Quindi una frequenza più alta di infezioni da enterovirus durante l’infanzia è risultata associata con un aumentato rischio di sviluppare la celiachia, mentre al contrario non è stata trovata nessuna associazione tra infezione da adenovirus e celiachia.
Se si confermasse che l’infezione da enterovirus costituisce un fattore stimolante la malattia, l’introduzione di vaccini contro questi virus potrebbe ridurre il rischio di celiachia.
Kahars R, Chuda K, et al. Enterovirus as trigger of coeliac disease: nested case-control study within prospective birth cohort. BMJ 2019;364:l231. doi:10.1136/bmj.l231